venerdì 10 febbraio 2017

Santa Clarita Diet

Prima dell'uscita del trailer i curiosi, i series addicted e gli addetti ai lavori si sono chiesti che tipo di dieta fosse seguita a Santa Clarita, amena cittadina della California punteggiata di ricche villette caratterizzate da piscina, giardino, un  vialetto ordinato, vicini socievoli e barbecue domenicali. In sostanza la solita America dei telefilm. Senonché la famosa diet del titolo nulla ha a che vedere con le mode vegano-vegetariane o con la passione per la cucina orientale; come il trailer ha messo in evidenza, la protagonista Sheila (Drew Barrymore) adotta, suo malgrado, una dieta a base di piedi mozzati, sangue fresco, interiora umane e unghie dei piedi. 

Sheila e il marito ex giocatore di football al liceo Joel (Timothy Olyphant) sono dei comunissimi agenti immobiliari, impegnati in una carriera di successo. Il "fattaccio", ovvero la morte-non morte di Sheila, si consuma sotto forma di eruzione di vomito durante la presentazione di una casa a due clienti particolarmente indecisi. Colta di sorpresa Sheila si chiude in bagno mentre Joel prosegue il tour della abitazione; una volta concluso torna in bagno dove, in una pozza di vomito, trova accasciata la moglie, priva di battito cardiaco. Dopo qualche secondo Sheila apre gli occhi e torna alla vita; la coppia in un primo momento minimizza l'accaduto pur non riuscendo a spiegarsi l'origine di quella marea di vomito finché Sheila, infastidita dalle esplicite avances sessuali di un collega, non lo attacca staccandogli di netto due dita e divertendosi a gustare il corpo ancora caldo dell'ormai ex-collega. A questo punto, per usare un eufemismo, la situazione si fa problematica anche perché Sheila, dopo aver assaggiato la succulenta carne umana, non sembra più disposta a tornare al manzo e al pollo crudo i quali le risultano stomachevoli. Iniziano così una serie di disavventure e situazioni che sfociano spesso, in una comicità frammista a tonalità del genere horror-splatter, in azioni al limite, se non oltre, la legalità. La nuova dimensione zombistica in cui Sheila si trova calata le porta in dono, per paradosso, una vitalità e una intensità mai avute prima. Il sesso va a gonfie vele, le relazioni con le amiche scoppiano di salute e la sua timidezza lascia il posto ad una sfacciataggine da lasciare interdetti marito, figlia e vicinato. Tuttavia, col passare del tempo, la mancanza di freni inibitori induce Sheila a comportamenti anomali e eccessivi di cui lei stessa, presa nella foga del momento, non si rende conto e che rischiano di frantumare la vita armoniosa e famigliare che fino all'incidente la famiglia Hammond era riuscita a costruire. La necessità di nascondere alla figlia Abby (Liv Hewson), già a conoscenza del nuovo status materno, il cannibalismo della madre, l'incapacità del pavido Joel di commettere omicidi in serie per sfamare la moglie, l'invadenza noiosa e patetica del vicino di casa sono solo alcuni degli elementi narrativi sui quali i registi e gli sceneggiatori hanno innestato la verve horror-demenziale che attraversa questa produzione Netflix. 

Santa Clarita diet è una horror comedy che non risparmia scene splatter degne di Quentin Tarantino e anche di qualche b-movie americano; pertanto si sconsiglia la visione a stomaci particolarmente delicati. Se non riuscite a vedere un ago sotto pelle, vi conviene evitare. Anche se, cedendo a queste paure, rischiereste di perdere un buon prodotto di intrattenimento che, bene dirlo, non fa tuttavia gridare al capolavoro. A ben guardare le situazioni narrative messe in piedi dall'ideatore Victor Fresco e girate da diversi registi non sono nulla di nuovo e anche molti personaggi sono attinti dalla cinematografia di bassa lega statunitense dove volano gli stereotipi. Anche qui infatti troviamo il maturo uomo ex stella (forse, non si capisce bene) del football americano al liceo, il ragazzo nerd, il poliziotto corrotto, la figlia in crisi di identità. Questi limiti strutturali sono però superati da un ritmo incalzante che evita punti morti, da una buona regia, da ottime musiche e da un'interpretazione collettiva che stupisce positivamente. Pertanto questa commedia degli orrori non sarà un capolavoro ma è un ottimo intrattenimento senza particolari pretese artistiche o cinematografiche. Un paio di risate non si negano a nessuno. 

Voto complessivo: 7/10
Trama: 7/10
Musiche: 8/10
Personaggi: 7/10
Regia: 8/10

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