giovedì 14 settembre 2017

Pregiudizio mon amour

La copertina del libro.
Capita di rado che un testo contenente riferimenti anche espliciti al periodo in cui viene scritto e poi pubblicato finisca per risultare quasi più significativo a posterioriPerché Divorzio all'islamica a viale Marconi è più attuale adesso, settembre 2017 o giu di rispetto a quando uscì per la prima volta nel 2012? La questione è in realtà molto semplice. Perché il terrorismo jiahdista non aveva ancora colpito in modo significativo l'Europa. Il Califfato muoveva i suoi primi passi, gli atti terroristici c'erano ma erano lontani dalla nostra percezione e dalla nostra vita di occidentali e un'autobomba a Kabul era la norma, almeno finché non ce la siamo trovati in casa. Il libro di Lakhous é un testo 'odierno' perché viene dopo il Bataclan, dopo il Boulevard des Anglais di Nizza, dopo Zaventem, dopo Londra, dopo Barcellona. Dopo che la sicurezza abitudinaria che davamo per scontata é andata in frantumi lasciando che il progetto terroristico compisse il suo lavoro di penetrazione psicologica piantando un seme di inquietudine nella nostra coscienza. É attuale perché viene dopo tutto questo.

Donna con il velo.
Christian Mazzari è un siciliano baffuto che conosce l'arabo alla perfezione e che per sbarcare il lunario lavora come interprete e traduttore al tribunale di Palermo. È proprio sulle scale del tribunale che un giorno un uomo distinto e misterioso si approccia a Christian presentandosi con l'appellativo di Giuda, un funzionario dei servizi segreti italiani in possesso di informazioni scottanti: due cellule terroristiche stanno progettando degli attentati a Roma, la Capitale, e una delle due pare abbia la sua base strategico-logistica dalle parti di Viale Marconi. Christian, dopo un'accurata selezione, è risultato essere l'infiltrato ideale per questa operazione delicatissima da cui dipende la sicurezza interna del Paese ed è così che con la velocità di un uragano, convinto anche da un lauto compenso, Christian smette i panni del medio borghese acculturato per assumere quelli di Issa, talpa tunisina in missione segreta in Viale Marconi. A fare da controcanto al protagonista maschile ci pensa Safia, o Sofia, una giovane donna egiziana, sposata ad un praticante musulmano che lavora come pizzaiolo e che preferisce la compagnia di madame Al-Jazeera a quella dell'affascinante moglie. Safia è una donna matura, consapevole del proprio corpo, coerente ai principi dell'Islam ma anche incline a metterli in dubbio; Safia non è disposta a recitare la parte della donna sottomessa e non si pone alcun problema a contestare norme e precetti con la forza della riflessione e della logica: perché a nessuna donna è consentito ricoprire l'incarico di imam, di guida spirituale della comunità, nonostante il Corano non esprima alcun divieto in tal senso? Perché la circoncisione è una tradizione che giustifica feste e manifestazioni di giubilo mentre la mutilazione degli organi sessuali femminili è bollata come qualcosa di sporco e, come tale, da nascondere? Perché l'obbligo del velo viene spacciato come uno dei pilastri dell'Islam quando la norma non contempla alcun riferimento al velo? Le vicende dei due protagonisti scorrono in parallelo con Issa che si ritrova giocoforza a condividere un minuscolo appartamento con un gruppo di immigrati regolari e a lavorare come aiuto-pizzaiolo per rendere credibile la propria copertura mentre Safia si barcamena tra compiti da casalinga e il lavoro di parrucchiera abusiva, tenuto nascosto al marito per non incorrere nella sua ira. La trama scorre via molto velocemente lasciando presagire sin da subito l'intreccio amoroso tra i due personaggi e riserva un piccolo grande colpo di scena in chiusa del romanzo. 

Mi pento subito di aver fatto il moralista con lui. Potevo risparmiargli queste fottute lezioni sulla legalità. La legge è sempre dalla parte del più forte, del più ricco. Insomma, non mi devo dimenticare che vengo dalla Sicilia! C'è una bella differenza tra chi si può permettere di pagare un avvocato di grido e chi si deve accontentare di un piscialletto alle prime armi. Col cazzo che siamo tutti uguali davanti alla legge! 

Amara Lakhous
Divorzio all'islamica a viale Marconi, al netto di un plot che talvolta scricchiola e soprattutto di una costruzione dei dialoghi insufficiente e scolastica, si propone come un viaggio di introspezione collettiva che, accanto alla messa in scena di alcune abitudini della cultura musulmana, svela noi stessi e il nostro essere italiani. Ci mostra in modo diretto e ruvido, con un linguaggio semplice e schietto, frutto della limitatezza linguistica di un autore coraggioso, chi siamo e come siamo cambiati: l'attitudine all'ospitalità, o anche alla semplice accoglienzaha lasciato il posto al sospetto, all'insicurezza e al risentimento verso ciò che non si conosce; lo sbandieramento di concetti quali parità di genere e accettazione del diverso si rivela infine pura forma retorica priva di sostanza; lo stereotipo assume la funzione di unico metro di giudizio di ciò che appartiene ad una sfera culturale e religiosa diversa dalla propria favorendo la germinazione di sentimenti sciovinisti, violentemente identitari e spaventati rispetto a tutto ciò che esula dall'esperienza del quotidiano. Non appena Lakhous sbatte in faccia al lettore le pecche, i difetti, le idiosincrasie, il bigottismdella popolosa fauna arabeggiante orbitante nella zona sospetta di Viale Marconilasciando che il lettore più retrivo si compiaccia della propria implicita superioritàecco che immediatamente la situazione si ribalta lasciando risaltare con un doloroso contrappasso le ipocrisie e la faciloneria degli italiani. Alla diffusa idea per cui ogni arabo è terrorista si contrappone il pensiero per cui ogni siciliano è mafioso e al pregiudizio degli immigrati che rubano il lavoro fa da contrappeso la convinzione di un'Italia irredimibile e marcia fino al midollo in una corsa al pregiudizio che dovrebbe indurre a porsi una domanda: non sarebbe meglio anteporre la conoscenza al giudizio?

Divorzio all'islamica a viale Marconi
Amara Lakhous
e/o, pp. 188, 2012
9,00




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